L’attacco di panico è un vero e proprio sintomo psicologico costituito da una varietà di sensazioni fisiche ed emotive: si può sperimentare un improvviso capogiro accompagnato da un aumento del battito cardiaco, affanno, mancanza del respiro, sensazione di mancamento generale, paura intensa, sensazione di morire, formicolii agli arti superiori ed inferiori, tremori. Si tratta di un’esperienza molto sgradevole che rimane impressa in modo vivido nella memoria e che spesso invalida la qualità di vita della persona che ne soffre perché alimenta la paura che certe situazioni o luoghi possano condurre nuovamente ad esso.
È inoltre difficile per la persona riuscire ad attribuire un senso logico e razionale a quanto avviene perché il più delle volte l’attacco si propone in situazioni inaspettate, che non hanno un vero e proprio nesso con ciò che realmente si teme. Il disturbo entra per così dire a far parte della quotidianità e turba abitudini che fino a poco tempo prima non destavano alcun problema.
Tra le conseguenze negative a cui questa problematica porta vi è sicuramente la tendenza graduale ad evitare ciò che si presume possa far scatenare il panico, comprensibilmente limitando di molto la sfera delle attività e delle frequentazioni. Spesso le persone cominciano ad isolarsi in maniera sempre maggiore e a chiudersi in se stesse per sentirsi al sicuro, ma questo purtroppo rafforza sempre più l’idea che qualcosa possa accadere e che ci si debba proteggere.
Da un punto di vista clinico e psicoanalitico l’attacco di panico ha a che fare con una particolare condizione emotiva non consapevole che “comunica” attraverso la via del sintomo: in questo senso è un po’ come dire che il sintomo sta cercando di segnalare qualcosa che stride, che è faticoso da sostenere, che mette in difficoltà, ma che non ha altre vie d’accesso se non esplodere in maniera inevitabile. In questo senso l’attacco di panico ha sempre dei significati che hanno a che vedere con la nostra vita emotiva ed interiore la quale richiede l’attenzione di un uno sguardo competente che sappia accompagnare in maniera adeguata alla comprensione di ciò che sta accadendo.
Un percorso psicoterapeutico è sempre consigliato per risolvere l’aspetto sintomatologico e fare un’esperienza relazionale che possa rendere maggiormente in grado la persona di ampliare la qualità delle proprie risposte all’ambiente circostante.
Dr.ssa Paola Guerreschi
Psicologa Psicoterapeuta a Brescia
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